giovedì, novembre 24, 2016

Il (davvero) magico potere del Riordino di Marie Kondo

Alcuni mesi fa, complici la mia passione per il Giappone e un po’ di tempo libero, mi sono approcciata al metodo “Konmari”.

Marie Kondo, autrice del libro “Il magico potere del riordino”, nonchè insegnante di lezioni seguitissime in tutto il mondo, ha inventato un efficace metodo, che poco ha a che fare con l’essere ordinati (io, per esempio, sono una persona parecchio disordinata...).

Il concetto di riordino, dice la Kondo, va molto oltre il modo di posizionare gli oggetti all’interno di uno scaffale o un armadio, è un riordino “della vita”, in quanto gli oggetti finiscono il più delle volte per soffocarci senza che ce ne rendiamo conto, e il più delle volte, dopo esserci liberati di tutto ciò che è superfluo, ci appaiono all’improvviso chiare ed ovvie le prospettive, le sensazioni, i desideri che prima ne venivano sopraffatti.
In questo metodo niente è lasciato al caso, bisogna innanzitutto leggere il libro e poi attenersi alle checklist, perché anche l’ordine con cui lavoriamo ha un senso logico e delle motivazioni, sempre ben spiegate.

Leggere il libro è fondamentale per mettere il pratica la tecnica, che si divide in due grandi fasi, cernita e ricollocamento degli oggetti salvati. I principi su cui si basa il metodo sono fondamentalmente questi:
  1.    Si procede solo a CATEGORIE, mai a stanze. Per esempio, se la categoria è l’abbigliamento, non si procede a riordinare l’abbigliamento stanza per stanza, ma raccogliendo da ogni ambiente della casa oggetti della categoria di cui ci si sta occupando, posizionarli TUTTI in modo visibile sul letto e/o sul pavimento, ed iniziare prima osservando, poi toccando gli oggetti, e valutando, pezzo per pezzo, cosa farne... e qui arriva il punto 2!
  2.      Il centro di tutta la tecnica del konmari è stabilire se un oggetto, di qualunque natura sia, ci trasmette gioia. La priorità nel decidere se una cosa va conservata o buttata via non sta né nel valore economico, né da quanto sia nuova o usurata, né tanto meno da quanto sia utile. Va conservata solo se ci dà GIOIA. All’inizio potrà sembrare strano o difficile, ma per esperienza posso dire che dopo i primi minuti, selezionare diventa facilissimo ed automatico, con un aumento esponenziale di soddisfazione e felicità man mano che procediamo e riempiamo buste con gli oggetti di cui ci si disfa!
  3.        Si va avanti una categoria dopo l’altra, passando per esempio da abbigliamento, a libri, a carte o ad oggetti vari, sempre con l’aiuto di tanti consigli pratici e risposte ai quesiti più diffusi
  4.       Solo dopo aver finito la cernita, si può procedere a ridare, o modificare, ad ognuna delle cose che abbiamo salvato, una giusta collocazione, a piegare gli indumenti col metodo konmari (vi consiglio di guardare i tutorial sull’argomento su youtube, vi si aprirà un mondo!), a VERTICALIZZARE ogni categoria man mano che le assegniamo il posto: detto in soldoni, gli oggetti non vanno ammassati, sia perché in qualche modo “soffrono” il peso e lo stress di ciò da cui sono coperti, sia perché gli oggetti sotterrati da altra roba, finiscono col restare lì senza essere toccati, usati, e finiscono quindi con l’essere dimenticati. E se ci pensiamo, dopo aver utilizzato denaro, tempo, attenzione per procurarceli, è veramente molto triste fargli fare questa fine.


Vi assicuro che non si ha effetto boomerang, vi sarà praticamente impossibile per esempio mettere a casaccio una maglia nel cassetto che vedrete riordinato…vi faccio vedere qui accanto qualche mia foto per farvi un’idea di cosa può riuscire a fare una disordinata come me :-)  

La felicità che provo guardando le categorie già riordinate è massima, so che ci vorrà ancora parecchio lavoro per completare tutte le categorie in programma, ma il riordino comporta anche prendersi del tempo per potersi dedicare al 100% a questa attività, ed è quindi perfettamente normale che occorrano settimane, o mesi, per completarlo. Ma ne vale la pena!

Cliccando sulla copertina del libro qui sotto trovate il link di Amazon con l'anteprima, se siete curiosi... :-)
Anteprima Il Magico Potere del Riordino



domenica, novembre 06, 2016

Devi essere come gli altri. Oppure...

Devi essere come gli altri.

Devi essere magra.
Devi vestirti alla moda.
Devi essere cristiana.
Devi credere in dio.

Devi conoscere il nome delle griffe e dei locali, altrimenti rideranno di te.

Non devi dire che trovi folle spendere più di € 30 per una borsa.

Devi farti la messa in piega liscia, anche se hai i ricci naturali, perché bisogna stare in ordine.
Non devi farti la tinta in casa, è da pezzenti.

Non devi dire che tutti i lavori hanno uguale valore e che meritano lo stesso rispetto.

Devi sposarti e avere figli, ma se non puoi averne facilmente, non ti accanire, è contro natura.
Non puoi avere un figlio unico, è da egoisti.

Qualunque cosa farai, qualsiasi cosa dirai, la gente intorno a te si sentirà sempre in diritto, e qualche volta anche in dovere, di metterci il naso, partecipare, esprimere un'opinione, criticare, approvare.
Trai le tue conclusioni e comportati di conseguenza!

domenica, ottobre 23, 2016

Il fumo, e la verità che va guardata.

Negli ultimi mesi, l'Italia si é adeguata alla normativa europea che prevede che il 65% dell'involucro pacchetti di sigarette sia occupato da immagini/frasi "shock", allo scopo di scoraggiarne l'acquisto.
Ho letto e sentito una gran quantità di polemiche in merito, due prevalenti su tutte:
1. " Non é giusto perché i bambini possono impressionarsi trovando in giro queste immagini".
2. "Lo stato non può dirmi che non devo fumare".

Allora. Fumare fa male.
Non è un'ipotesi nè un fatto da dimostrare, è scienza.
Se lasciate i vostri scioccanti pacchetti di veleno in giro per casa a portata di bambino, il problema è vostro, non di chi ci stampa sopra una trachea perforata o un polmone color petrolio. Anzi, mentre i vostri figli stanno lì con la foto in mano e vi chiedono cosa sia, spiegateglielo, insieme a ciò a cui si va incontro scegliendo di fumare. Dire le cose ad alta voce, e dirle a qualcuno importante per noi, può rilevarsi un gran promemoria.

Alla seconda polemica rispondo che avete regione. Avete perfettamente ragione a dire che lo stato non può chiedervi di smettere di fumare, e infatti non lo fa, altrimenti le sigarette non sarebbero più in vendita. Ognuno di noi può fare del proprio corpo quello che gli pare... Del proprio, però. Fumate pure tra le pareti di casa, dentro la vostra auto, in posti privati o anche all'aperto nei casi in cui sia consentito, ma è giusto che la Legge imponga il rispetto, minimo ed essenziale, verso chi non vuole peggiorare la propria salute esponendosi al fumo.
Trovarsi faccia a faccia con la realtà "che non si vede" non è facile, me ne rendo conto, ma già il fatto che se ne stia parlando e che molti fumatori non riescano a guardare i pacchetti, credo sia un piccolo successo.

La verità fa male, ma le sigarette di più.

...e magari fumatevi altro, che fa meno male :p

sabato, luglio 30, 2016

E chi (ri)chiamerai? Ghostbusters-Recensione (NO SPOILER)

Oggi pomeriggio, trascinata dal mio capo settenne e con grande scetticismo da nerd, ho visto al cinema il nuovo Ghostbusters, e vi annuncio di essere sopravvissuta.
È chiaro che qui non si tratta di recensire film d'autore o dal significato profondo, bensì del più semplice, immediato, puro... cazzeggio!

Nonostante il gran numero di preconcetti con cui ho approcciato il film, che è nell'olimpo dei miei feticci infantili, sono infatti riuscita a trovare diversi lati positivi nel remake, primo tra tutti aver mantenuto una grande ironia senza sfociare nella più facile volgarità, strappando più di un paio di vere risate in noi spettatori.
Secondo, quelli della mia generazione hanno gioito ad ogni divertente cameo di precedenti protagonisti, tutti presenti eccetto purtroppo Harold "Egon" Remis che ci ha lasciato un paio d'anni fa.
Terzo grande punto a favore: una piacevolissima colonna sonora in cui ovviamente troneggia la vecchia canzone originale rimodernata quanto basta, ma anche tanti bei pezzi anni 80 che accompagnano folli coreografie improvvisate dalle nostre ragazze fantasma.
Quarto...Lo devo dire: io non so quanto lui abbia guadagnato per farlo, ma vedere Chris "Thor" Hemsworth nel ruolo secondario del bellissimo quanto imbecille segretario delle ghostbusters è stato impagabile, non solo perché era fuor di dubbio un bello spettacolo, ma soprattutto perché essersi prestato ad interpretare un personaggio simile, lo rende ancora più simpatico. Lo stesso dicasi per Andy Garcia nel ruolo del sindaco... da vedere.

Detto questo, certo non ritengo di aver assistito ad un capolavoro, non è assolutamente al livello di intelligenza dei due film originali, le attrici non sono secondo me molto carismatiche, la trama poteva essere costruita molto meglio e infine ho trovato alcune parti troppo lente ed altre troppo veloci.

A conti fatti, lo consiglio a chi abbia voglia di trascorrere un paio d'ore serene, senza troppe pretese, non cerchi di fare troppi paragoni col vecchio film e non abbia problemi con gli ectoplasmi, presenti in smisurata quantità :p

Trailer: https://youtu.be/kUJiK0RbnbU

mercoledì, luglio 27, 2016

Io non sono razzista, ma!

La notizia di oggi è questa:
Trova disabili nel villaggio vacanze, la recensione: “Non è un bello spettacolo"

A quanto pare, devo farmi una ragione del fatto di vivere in un paese così.
Vivo nel paese in cui "io non ho niente contro i gay, basta che si bacino a casa loro, che qui ci sono bambini".
Vivo nel paese in cui "io non sono razzista ma che ci vengono a fare qua gli africani, che già abbiamo problemi noi a campare?".
Vivo nel paese in cui "in spiaggia c'era uno senza gambe, ma ti sembrano spettacoli da mostrare in giro? Poteva essere più discreto...".

Vivo persino nel paese in cui un turista vuol chiedere i danni perché non è stato informato per tempo della presenza di un numeroso gruppo di disabili nel villaggio turistico, anche se ovviamente lui non ha niente contro queste persone, ma non è così che voleva passare le vacanze.

A questo signore vorrei suggerire, finché è in tempo, di portare i suoi figli a fare volontariato presso qualche associazione, perché il danno che sta arrecando loro è incalcolabile.
Vorrei inoltre fargli notare che la sua presenza, nella struttura turistica, ne ha certamente abbassato notevolmente il valore e che probabilmente col suo sguardo indagatore ed i suoi musi lunghi ha contribuito a rovinare la vacanza dei suoi momentanei vicini di casa.

Io non sono razzista ma... Uno è libero di essere una testa di minchia, purché lo faccia a casa sua.. O no?

sabato, luglio 16, 2016

A forza di essere vento

Cari concittadini catanesi, mi vergogno tanto.
Dopo quello appiccato qualche settimana fa in viale Africa, ieri sera qualcuno di voi ha pensato bene di datr inizio ad un altro immenso incendio che sta devastando il campo rom di via Zia Lisa, e che sta distruggendo tutto (il poco) che ha questa gente, costringendola alla fuga.
I commenti che ho letto sui social, qualcuno anche di gente conosciuta, mi hanno fatto venire la nausea: "speriamo non restino neanche le ossa", "tanto visto che siamo in Italia li piazzeranno da qualche altra parte togliendo risorse a noi", sono tra le frasi più blande che mi sono passate davanti...
Oggi poi mi sono imbattuta in una cosa che mi ha IMBARAZZATA ancora di più, ossia la rabbia dei miei illustri compagni di città perchè le fiamme in parte stanno colpendo anche il cimitero, che è proprio a ridosso del campo incendiato... ed è ovvio, c'è una logica perfetta dietro questi ragionamenti, chisseneimporta degli zingari, ma guai se ci toccano i morti!
A un certo punto le parole finiranno... lo sconcerto dovrà prima o poi diminuire... nel frattempo lascio la parola a chi sull'argomento sapeva esprimersi di gran lunga meglio di me, a forza di essere vento...


venerdì, giugno 10, 2016

Pensieri pericolosi

Domani, acquistando Il Giornale in edicola, si riceverà in regalo una copia del Mein Kampf.

Mah, non sono sicura di come la penso. Agevolare la diffusione di questo libro è un male? Sarebbe una sorta di censura nasconderlo, e si sa come va a finire con le cose che "non si devono leggere".

Ha ancora potenzialmente la capacità di influenzare le masse? Non credo.

Può essere un modo di ricordare agli smemorati la follia e la malvagità di un certo tipo di teorie? Può darsi.

Lo scopo del Giornale è risvegliare contorti idealismi o solo vendere di più? Si saranno posti qualche domanda intelligente prima di questa iniziativa editoriale? Ho qualche perplessità in merito.

Nel dubbio, non mi sento di condannare la scelta.. Il libero arbitrio ce l'abbiamo tutti, non sarà un libro in omaggio a creare una nuova shoah, anche perché presupporrebbe LEGGERE, mica una cosina da poco!

mercoledì, giugno 08, 2016

Per un pugno di like

Tra le psicofollie figlie dei social network, il potere del like supera di gran lunga tutti gli altri, provocando alternativamente tragedie familiari, devastazioni adolescenziali, pippe mentali di vario genere e di varia entità! ;-)
Un like in più o in meno può cambiare il corso della giornata, l'umore della settimana, la depressione del mese.
Che poi possiamo fare i fighi e i superiori quanto vogliamo, ma non negate di aver fatto almeno una volta ragionamenti al limite della malattia mentale del tipo:
  • Tipa/o che mi piace e non mi mette mai un like: OMMIODDIO e ora che faccio? Che gli dico? Perchè non mi considera? Ho sbagliato tutto nella mia vita, sicuro! Vediamo se è connesso... OMMIODDIO è pure connesso, perchè non clicca?!?
  • Tipa/o che mi piace e mette il like: e niente, sono il più figo dell'universo, col mio fascino indiscutibile posso conquistare chi voglio, Pinco Pallino ha messo il like quindi posso iniziare a programmare la cerimonia nuziale e l'iscrizione dei bambini alla scuola privata (o è meglio la pubblica?).
  • Tipa/o che mi piace ma mette il like AD ALTRI: ecco, lo sapevo, mette il like a quella lì perchè sicuramente è zoccola. Chissà che ha fatto per convincerlo, c'è sicuramente sotto qualcosa anche se il like è alla foto della vicina di casa con le pantofole a forma di coccodrillo.
Oppure ancora...
  • Amico/a che mi mette un like. VERSIONE 1: ma che vuole? Perchè si fa gli affari miei? Non ha niente da fare invece di stare tutto il tempo a leggere la mia bacheca?!? Rosica, rosica... VERSIONE 2: chetelodicoafare, sono l'idolo delle masse!
  • Amico/a che non mette un like: bhè, poco male, in fondo lo sapevo che non era granchè, anzi quasi quasi gli tolgo l'amicizia...
Ok, adesso vi lascio, devo andare a controllare le notifiche di Facebook.. :D

domenica, giugno 05, 2016

Sara e le cose che non vogliamo vedere

Il punto, qui, non è il femminicidio (ma quanto è stupida questa parola??). Secondo me un atto brutale come quello di cui è stata vittima Sara non è strettamente legato al suo essere donna, ma al fatto che lei si sia rifiutata di vedere la realtà nella propria relazione.

A quanto pare i segnali c'erano: i litigi violenti, gli appostamenti a lavoro e fuori, la gelosia incessante, le richieste di modifica dell'abbigliamento.
Non voglio dire che la colpa sia stata della ragazza... Non ha certo responsabilità per essere stata speronata, colpita,  strangolata e bruciata... Non voglio dire che se la sia cercata, non lo penso nemmeno lontanamente.
Voglio dire che troppo spesso i sentimenti rendono ciechi, e questo vale per donne e uomini; alcuni comportamenti non andrebbero mai tollerati perché, anche quando non scadono nella ferocia di certe situazioni estreme, non potranno mai portare nulla di buono, e sono quindi soltanto da stroncare, senza SE, senza MA, senza accettare scuse o rimorsi.

Caro ipotetico compagno/a, per quanto io possa essere fastidiosa o possa farti saltare i nervi...sappi che:
Se mi urli contro dalla mattina a sera, non è amore!
Se mi segui di nascosto, non è amore!
Se mi metti le mani addosso anche soltanto un'unica volta, non è amore!
Se anche solo minacci di farlo, non è amore!
Se vuoi controllare la mia esistenza invece di essere lusingato dalla mi a scelta di condividerla con te, non è amore!
Non tollerate, non fate finta di non vedere, certi segnali sono talmente evidenti! La gelosia, il controllo, la manipolazione, non vanno mai accettati, apriamo gli occhi!

Svegliamoci, su.

lunedì, maggio 23, 2016

23 maggio 1992

Mi ricordo perfettamente quel giorno, avevo 12 anni e francamente ero parecchio ingenua e veramente poco informata sulla politica... e forse anche su come funzionava il mondo.
Del 23 maggio 1992, nel pomeriggio, ricordo soprattutto il silenzio.
Non capivo bene che cosa stesse succedendo, e in effetti non lo capisco bene nemmeno oggi, ma per motivi diversi.
Il silenzio era nel condominio, in strada, in casa; i miei stavano zitti zitti sul divano, e guardavano serissimi la tv, e nella mia testa di dodicenne priva di problemi,  all'improvviso apparve un nuovo, cattivissimo mondo.
Dei giorni successivi, l'altra cosa che ricordo con lucidità è il discorso della vedova Schifani, e il suo disperato "io vi perdono", che troppo presto, forse, è stato dimenticato.
Non bisognerebbe mai dimenticare le brave persone, bisognerebbe impegnarsi per esaltare gli eroi nelle fiction in tv, non i mandanti delle stragi.

domenica, maggio 22, 2016

Credo in..?

Di recente, le parole del sacerdote durante un funerale, le sue promesse di resurrezione, le rassicurazioni sull'incontro con i cari estinti in un indefinito futuro, il fantascientifico racconto di Lazzaro, mi sono suonate vuote come non mai.
Qualcuno mi ha chiesto: ma se non credi che ci sei venuta a fare? Ho risposto: non credo in dio, ma nelle persone si.
In realtà io credo in un sacco di cose, e mentre la gente, in chiesa, recitava meccanicamente il mantra cattolico, io pensavo alla mia personale professione di fede :)

Credo innanzitutto nell'amore! Tra fidanzati, sposati, genitori e figli, nonni e nipoti...
Credo che l'amore si trasformi nel tempo, e che, se vero, non finisca mai.
Credo negli occhi, dove sta tutta la verità che ci serve.
Credo nella gente, negli amici, in quelli che vedi ogni giorno ed in quelli che vedi ogni 10 anni.
Credo che, se non comporta un sacrificio insostenibile, bisogna perdonare e passare oltre, e credo che bisogna allontanare per sempre chi ci provoca più dolore che sorrisi.
Credo che se vuoi vivere in questo mondo lo devi rispettare e curare, senza aspettare che lo faccia qualcun'altro.
Credo che i confini siano solo nelle teste, e che facciamo tutti parte di un'unica razza: quella umana.
Credo che chi inizia una frase con "non sono razzista ma.." sia un razzista, e non lo voglio intorno.
Credo che bisogna nutrire il corpo ma anche l'anima, con la musica, la poesia, i dipinti, il cinema.
Credo che sia bello restare sempre un pò bambini leggendo un fumetto o guardando un cartone, facendolo possibilmente insieme a loro.
Credo che bisogna ridere ogni volta che ce n'è l'occasione...e se non c'è, possiamo sempre crearla noi.
Credo che bisogna lavorare per i soldi, ma soprattutto per rendersi utili.
Credo che quando si muore, si muore e basta, quindi tanto vale fare ora tutto quello che vogliamo fare, perché la vita è una, non ne conosciamo la durata, ma possiamo scegliere esattamente cosa farne.

Ecco, io credo in queste cose qui, tra le altre :)

~Rossella, La Leopardessa

domenica, maggio 15, 2016

Don Camillo

Confesso che, tutte le volte che facendo zapping inciampo in Don Camillo e Peppone, mi fermo e li (ri)guardo. Sarà che il "Mondo Piccolo" descritto da Guareschi è rassicurante, col parroco partigiano reazionario-ma-non-troppo, il sindaco comunista ma non così tanto da impedire alla vecchia maestra di avere la bandiera del Regno al proprio funerale... Brescello è uno spaccato dell'Italia appena uscita da un lungo periodo nero, in cui le rivalità non sono mai estreme, in cui i protagonisti aderiscono alle ideologie senza mai dimenticare che il primo movimento a cui appartengono è l'umanità, in cui magari ci si lamenta e si litiga ma mai si nega la mano al vicino di casa. L'Italia che vorrei, insomma.

martedì, maggio 10, 2016

"Il mondo sarebbe un posto di merda senza le donne. La donna è poesia. La donna è amore. La donna è vita. Ringraziala, coglione!" (Bukowski)

Questa cosa della donna forte c'ha scassato i cabasisi, direbbe il mio amato commissario Montalbano. Cosa vuol dire poi essere una donna forte? Che risolve problemi tipo Mr. Wolf? Che è in grado di gestire contemporaneamente l'attività di madre, moglie e lavoro fuori casa? Che non piange mai? Che non si ammala? Che guarda sempre avanti e corre come un treno?
Questo non vuol dire essere forti, vuol dire solo essere pratici.
O magari dipende dagli occhi con cui la guarda l'uomo che ha accanto?
La forza di una donna è un'altra cosa, e non sarà mai necessario spiegarla ad un uomo... forte. 
Le consapevolezze, le insicurezze, le ferme certezze di una cosiddetta donna forte, sono l'essenza stessa della sua energia, della sua robustezza.
E cose tipo le quote rosa, signori, quelle sono un'offesa alla nostra intelligenza, o almeno lo sono alla mia. Che non è niente male! 

giovedì, maggio 05, 2016

Fortuna

Povera Fortuna, con un nome che ora sembra una battuta di pessimo gusto. 
Delle tue orribili sofferenze, delle violenze subite alla tua piccola età, del silenzio che ha accompagnato le tue torture, siamo complici tutti, non solo i tuoi vicini di casa che hanno taciuto per due anni. 
Siamo tutti complici ogni volta che guardiamo un delitto, un sopruso, una cattiveria gratuita e ci voltiamo dall'altra parte. 
Insieme al mostro che ti ha ha spinta giù dall'ottavo piano perché rifiutavi l'ennesima violenza, ti hanno uccisa il silenzio e l'indifferenza...


lunedì, maggio 02, 2016

La magia delle parole

Sono molto affascinata da chi sa giocare con le parole saltellando da un genere all'altro, da chi sa utilizzarle per volare e ritornare giù con grande disinvoltura.
Tra gli autori contemporanei, due di quelli che lo sanno fare superbamente sono Daniel Pennac e Stefano Benni.
Tutti e due sanno farmi accendere il cervello, mi fanno pensare, mi invitano a cercare i significati doppi e tripli di ciò che scrivono, ed entrambi, con la loro sfrenata fantasia, usano geniali neologismi e riescono a trasformare termini di uso in comune in parole apparentemente nuove.
Oggi sono in sindrome da copia/incolla, e quindi ecco qualche piccola perla:


  • E ci sono periodi molto maperò nella vita. Il fiume degli eventi ristagna e non si sa quale direzione prenderà, e andiamo alla deriva in acque torbide. Poi l'acqua diventa limpida, il torrente scorre, e tutto torna trasparente. Così fu la mia vita, da quel mattino. (S. Benni, "Margherita dolcevita")
  •  Era l'inferno: file di auto sotto la pioggia, strade chiuse, ingorghi da cui saliva una canea di clacson. Mostri con macrocrani rotondi e istoriati procedevano su motosauri a due ruote, zigzagando per sensi unici e marciapiedi. Alla fermata del dragobruco in ritardo c'erano già almeno 50 persone fradicie e inviperite... (S. Benni, "Achille Piè Veloce)
  • Bisogna assomigliare alle parole che si dicono. Forse non parola per parola, ma insomma ci siamo capiti. (S.Benni, "Saltatempo")
  • Torna naturalmente al trucido feuilleton del Grande Magazzino dove finzione e realtà copulano allegramente (D.Pennac, Il paradiso degli orchi)
  • Non ti lascerò sola in questo bianco e nero. (D.Pennac, Il paradiso degli orchi)
  • È strano, l'uomo. In quel momento facevo ancora in tempo a defilarmi ringraziando il buon dio Caso. Ma una delle innumerevoli caratteristiche che distinguono l'uomo dalla bestiola è di volerne di più. E anche quando la quantità è sufficiente, reclama la qualità. I fatti brutti non gli bastano più, vuole anche i "perché", i "come" e i "fino a che punto". (D.Pennac, La fata carabina)
  • Un errore giudiziario è sempre un capolavoro di coerenza. (D.Pennac, Signor Malaussene)

Etc, etc, etc...

sabato, aprile 30, 2016

Premiata ditta ricordi&rimpianti

Per come la vedo io, ha ragione Faber quando dice che "è meglio esserci lasciati che non esserci mai incontrati".
I ricordi possono intristire, rallegrare, sopraffare, creare una moltitudine di sensazioni più o meno forti, ma i rimpianti... quelli possono annientare una persona.
Lottare per dimenticare è poco utile, meglio imparare un giorno alla volta a convivere col passato ed a trarne esperienze ed insegnamenti.
Mi piace pensare di aver SCELTO tanto e subíto poco nella mia vita, ed è una consapevolezza niente male.

domenica, aprile 24, 2016

Sadako, le sue mille gru e l'utopia della pace

Ieri, al Japan Fest, ho assistito alla proiezione di un particolare lungometraggio di animazione degli anni novanta: "Sulle ali di una gru".

Il film, distributo e doppiato in Italia grazie ad un'operazione di crowdfunding, racconta la storia vera di Sadako Sasaki, bimba che nell'agosto del '45, quando fu sganciata su Hiroshima la bomba atomica, aveva pochi mesi e riuscì a scampare al pericolo imminente.
Questo non fu però sufficiente a salvarla, infatti nel 1954 morì stroncata dalla leucemia causata dalle radiazioni assorbite. Durante il suo lungo ricovero in ospedale, la bambina, credendo nella leggenda che le era stata raccontata, costruì incessantemente origami a forma di gru, sperando che avendone create 1000, esse avrebbero potuto realizzarne un desiderio.

Nel parco del Museo della Pace di Hiroshina, che spero un giorno di poter visitare, si trova la statua di Sadako, con le braccia rivolte al cielo e una gru che si innalza su di lei, e siccome i cartoni possono compiere delle grandi magie, ecco che la bambina viene giù dal piedistallo per fare amicizia con una coetanea dei giorni nostri in visita al museo, alla quale racconta la sua triste storia ma con cui passa anche una giornata spensierata.

Le piccole gru di Sadako, insieme a quelle costruite dai suoi amici, sono state effettuvamente sepolte insieme a lei, e questo pensiero, insieme alla raccolta firme che proprio i suoi compagni avviarono dopo la sua morte per far costruire la statua, sono le cose che più mi hanno colpito.

In un luogo in cui per tanto tempo ha regnato solo morte e distruzione, dove le vittime (solo nell'immediatezza) sono state più di 350.000, dove sarebbe stato certamente più facile DIMENTICARE, si fa di tutto per ricordare, sempre.
La visita al Museo della Pace è un obbligo e forse anche una necessità per ogni scolaresca del Giappone, sicuramente legato anche al rifiuto della guerra dichiarato nella stessa Costituzione; il Giappone infatti non ha un "esercito", non fa missioni militari, ma è  dotato di "forze di autodifesa" perchè le parole ed il modo con cui chiamiamo le cose, hanno un peso.

La maggior parte delle popolazioni occidentali avrebbe qualcosa da imparare da questo modo di vedere la vita...

martedì, aprile 19, 2016

Piccoli (ma non troppo) bulli crescono

Quando si parla dei numerosi, più o meno gravi, gesti di prepotenza compiuti da bambini, mi manda in bestia sentire da genitori o insegnanti: "e va bene, ma sono bambini!", come se fosse un alibi, come se fosse accettabile, come se la maggior parte di questi comportamenti non dipendessero da noi adulti.

Un bambino che costringe un altro a fare i compiti al posto suo, è un bullo.
Un bambino che chiede ad un altro di pagarlo in cambio del silenzio con la maestra per una marachella, è un bullo.
Un bambino che coinvolge la classe mettendo al centro chi si trova alla prima, piccola, delusione d'amore, è un bullo.
Un bambino che, di fronte ad un altro che piange, lo addita, lo deride e lo porta al centro dell'attenzione, è un bullo.

La sola reale differenza tra un bullo molto giovane ed uno è meno, è che è più facile raddrizzare l'alberello durante la sua crescita...tutto qua. Ogni atteggiamento di questo tipo va stroncato subito e senza giustificazioni.

lunedì, aprile 11, 2016

La musica che gira intorno (a me)

Ho letto da qualche parte che la musica che ascoltiamo durante l'adolescenza, poiché è il periodo nel quale si cerca la propria identità, ha una grande influenza nella formazione del carattere.
Ripensandoci, all'epoca ascoltavo le cose più disparate, ma alcuni dischi finivano per avere i solchi, li ascoltavo a ripetizione, li conservavo con cura (li ho con me anche adesso dopo tanti anni), ed imparavo rigorosamente a memoria il contenuto del libretto :)
I miei album-fissazione erano:
  • Jagged Little Pill di A. Morisette
  • The bends dei Radiohead
  • Unplugged in New York dei Nirvana
  • Left of the middle di N.Imbruglia
  • Spice delle Spice Girls (lo so, lo so, non c'è da vantarsene, ma ero gggiovane e fanciulla, ci sta!)
  • Nine lives degli Aerosmith

E poi sono arrivati Samuele Bersani e Daniele Silvestri e mi ci sono praticamente tuffata dentro, senza allontanarmene mai più.

Mi piacevano cose tanto diverse tra loro che mi chiedo spesso se e COME mi abbiano effettivamente cambiata, durante la mia crescita. Anche oggi, quando voglio comunicare con facilità uno stato d'animo, mi affido spesso ad una canzone, e allo stesso tempo ammetto che sentirne una può modificare tutto l'andamento della mia giornata. Troppo volubile? Forse.
Io però mi lascio sempre cullare volentieri dalle note, volando in posti e tempi lontani da me.

sabato, aprile 09, 2016

Un'ottima annata & l'arte di rallentare

"Un'ottima annata" è uno di quei film che, pur non essendo degli oggettivi capolavori, ti restano nel cuore e si fanno ricordare per molto tempo.

Il regista è Ridley Scott, e questo potrebbe anche bastare.

E' facile trovare la trama su wikipedia, quindi qui dirò il minimo indispensabile: il protagonista Max/Russel Crow, broker freddo, arrivista e stacanovista, alla morte dello zio che non vede da quando era un ragazzino, ritorna in Provenza per occuparsi dell'eredità lasciatagli, ossia l'amato vigneto a cui aveva dedicato la vita.
Da qui inizia il viaggio di Max, che si rivela soprattutto psicologico, con il rientro nei luoghi della giovinezza, i ricordi di una vita più semplice ma più vera che riaffiorano, l'incontro con la passionale e del tutto irrazionale Fanny/Marion Cotillard e quello con la cugina di cui sconosceva l'esistenza... tutti questi avvenimenti iniziano a far cambiare il cinico Max, a farlo staccare lentamente dalla frenesia a cui è abituato e a fargli (ri)scoprire il gusto per le cose semplici e per l'amore.

Se la trama vi sembra banale non fatevi condizionare dal mio riassunto, davvero, guardate questo film, è delizioso, scalda il cuore ed è fin troppo facile immedesimarsi con il protagonista.
Il finale, poi, è veramente una poesia, si trova su youtube ma non vi consiglio di vederlo senza aver visto l'intero film. Buona visione dunque a chi accetterà il mio consiglio, e qui sotto un po' di materiale per incuriosire...

Max Skinner: Ogni mio ricordo è ambientato nel raggio di cento metri da questo preciso punto.
Christie Roberts: E sono bei ricordi?
Max Skinner: No. Sono fantastici.

venerdì, aprile 08, 2016

Nuove normalità

Sull’omosessualità, i diritti, i doveri, i limiti, l’etica, si dice tanto. Secondo me, si dice troppo e soprattutto da parte delle persone sbagliate.
A me che sono nerd, quando si parla dell’argomento, vengono subito in mente due serie tv: “The new normal” e “Modern Family”, che hanno il gran pregio di strapparmi sempre un sorriso :-)

The New Normal” è una deliziosa serie composta da un’unica stagione, con protagonista una coppia gay  stabile ed equilibrata che decide di avere un bambino tramite utero in affitto; durante la ricerca della madre surrogata la coppia conosce Goldie, una ragazza con un passato complicato ed un presente… ancora peggio! Goldie ha tutt’altro che una vita equilibrata, ha una figlia (geniale) di 9 anni avuta molto presto ed una madre ossessiva e bigotta a completare il quadretto. Quando accetta di fare da madre surrogata per i due papà, in realtà il rapporto diventa biunivoco, e sono loro due che finiscono per fare a loro volta da famiglia alla ragazza e alla bambina, creando tantissime situazioni comiche ma anche spunti di riflessione che ci fanno chiedere quale sia la vera “normalità” in tutta questa un po’ surreale nuova grande famiglia felice.


Modern family” è, credo, la sit-com più famosa e di successo degli ultimi anni. Racconta le avventure quotidiane di una famiglia allargata della California a partire dal nonno Jay, sposato in seconde nozze con la bellissima colombiana Gloria che ha già un figlio di 9 anni dal primo balordo e assente marito. E ci sono le famiglie dei 2 figli di Jay: il figlio Mitchell, gay, col suo istrionico compagno e la figlia adottiva vietnamita; infine abbiamo la figlia Clare che ha invece una famiglia più "tradizionale", completata da un marito e tre figli. 
La cosa veramente azzeccata della serie è il modo in cui chiunque la guardi può veramente identificarsi in almeno uno dei protagonisti, nonché la scelta del massimo realismo delle situazioni rappresentate.

Mi rendo conto che può sembrare semplicistico suggerire la visione di un programma televisivo a chi non riesce ad accettare nemmeno la realtà che si trova di fronte al proprio naso, però non si sa mai... io uno sguardo lo darei :-)

giovedì, aprile 07, 2016

Tutta colpa di Jane Austen

Noi donne abbiamo spesso un’idea distorta del romanticismo, e la colpa secondo me è tutta di Jane Austen (oppure abbiamo sbagliato in massa il secolo di nascita).

In pole position ovviamente metto “Orgoglio e Pregiudizio” dove troviamo miss Elizabeth Bennet, eroina a suo modo moderna, che non accetta il ruolo di donna tipico della sua epoca e non si accontenta praticamente mai. La storia è nota a tutti: c’è lei, bella ma poco appariscente, intelligente, indipendente per quanto le sia possibile nel contesto in cui vive, prigioniera del suo dovere di secondogenita di fare un buon matrimonio prima possibile. E poi c’è lui, l’Uomo con la U maiuscola, il Mr. Darcy che popola i sogni di milioni di fanciulle ancora oggi, bello, affascinante, algido, snob, pronto però a rivelare la sua natura più intima e dolce solo a colei che ha saputo conquistarlo dimostrandogli di non aver BISOGNO di lui.

Ecco, questo uomo qua non esiste.

A ruota troviamo “Emma”:  un must, un’amicizia uomo-donna che sfiora il livello di “Harry, ti presento Sally”:  qui la protagonista è una rompiscatole professionista, simpatica per carità, ma anche saputella e con la pretesa di essere in grado di formare coppie tra tutte le sue conoscenze, salvo il fatto che entrerà in crisi quando a trovare una compagna sarà Mr Knightley, suo fedele amico e confidente, da lei mai considerato come uomo fino a quel momento nonostante i tentativi di approccio di lui. A quel punto, manco a dirlo, la gelosia apre gli occhi ad Emma che si rende conto di essere innamorata dell’amico e, secondo me non meritandolo, riesce alla fine a ricevere la fatidica proposta dall’amato.

E niente, neanche questa cosa qua esiste.

Dulcis in fundo, piazzerei “Ragione e sentimento”, in cui il vero amore trionfa sul richiamo del portafogli, facendo convolare a nozze la squattrinata Miss Dashwood, caduta in disgrazia dopo la morte del padre, con il suo bell’Edward che rinuncia ad un fidanzamento segreto che dura da 5 anni con una signorina altolocata e che ha perdipiù l’approvazione dell’intera famiglia.

Che lo dico a fare, anche questa situazione è piuttosto improbabile.

Morale della favola: Jane Austen ci ha proprio rovinate.


P.S. Io ho visto il film “Orgoglio e Pregiudizio” del 2005 qualcosa come venticinquediciassettemillavolte. Tipo. Forse qualcosa di più.

Mr, Darcy (nel film del 2005)

L'uomo col megafono

1995: in quegli anni seguivo sempre il Festival di Sanremo, sera dopo sera, seguendo la competizione soprattutto se partecipava qualcuno dei miei beniamini adolescenziali, e buttando un occhio e un orecchio alle nuove proposte.
È stato un grande anno quello, perché tra gli sconosciuti, è apparso un certo Daniele Silvestri che, posizionandosi ultimo in classifica, è però entrato di diritto nel mio cuore.
Quella volta cantava "L'uomo col megafono", un pezzo che trovavo e trovo anche ora geniale, ispirato, originale.
L'aspetto che preferisco in lui è il suo stile senza stile, nel senso che in ogni album non esiste un unico genere, ma si può veramente trovare di tutto: dal blues alla ballad, dalla canzone politicamente impegnata all'umorismo più improbabile. Con queste caratteristiche sarebbe stato difficile stancare, e infatti così è stato.
Il nuovo disco, "Acrobati", si attiene a questo modo di fare musica, contiene qualche piccola chicca che mi ha veramente colpita (Pensieri, per esempio), e adesso aspetto solo di godermelo dal vivo in un tour teatrale che promette benissimo :)

mercoledì, aprile 06, 2016

La Musica, la malinconia e il LA minore, l'accordo perfetto!

Io non ho mai pensato alla malinconia nella sua accezione negativa. Trovo che una persona allegra, come lo sono io, possa serenamente crogiolarsi di tanto in tanto in una canzone triste, senza per questo ESSERE triste.
Da tipa lunatica e volubile quale sono, una delle passioni coltivate e mai portate a termine fu, a 16 anni, prendere lezioni di chitarra, e l'impegno riuscì a durare persino qualche mese (sempre meglio delle mie improbabili collezioni di oggetti e di fascicoli da edicola...).
Comunque.
In quella occasione, iniziando totalmente ignorante in tema di musica, mi è capitato di accorgermi ed innamorarmi di un preciso, singolo accordo: il LA minore!
Trovo che sia l'accordo perfetto, la via di mezzo tra l'allegria e la depressione, dà quel tocco di malessere accennato che rende affascinante il brano, e lo rende anche più piacevole da cantare.
Effettivamente tutto questo discorso può suonare parecchio strampalato ed è infatti la prima volta che lo esprimo "ad alta voce", ma mi ha ispirato un articolo molto carino letto oggi su Vanity Fair, che riguardava una classifica delle canzoni più tristi di sempre con cui, manco a dirlo, non concordavo. Su questa scia, butto giù anch'io una lista di canzoni tristERRIME e bellissime, ovviamente secondo il mio balordo e personale criterio e senza alcun nesso logico tra loro XD. Eccola:

- The one (Elton John)
- Creep (Radiohead)
- Trouble (Coldplay)
- Wish you were here (Pink Floyd)
- Someone like you (Adele)
- Time after time (Cindy Lauper)
- Ho messo via (Ligabue)
- Briciole (Noemi)
- Rimmel (F. De Gregori)

Buonanotte, e buoni Sogni.
~La Leopardessa~