sabato, aprile 30, 2016

Premiata ditta ricordi&rimpianti

Per come la vedo io, ha ragione Faber quando dice che "è meglio esserci lasciati che non esserci mai incontrati".
I ricordi possono intristire, rallegrare, sopraffare, creare una moltitudine di sensazioni più o meno forti, ma i rimpianti... quelli possono annientare una persona.
Lottare per dimenticare è poco utile, meglio imparare un giorno alla volta a convivere col passato ed a trarne esperienze ed insegnamenti.
Mi piace pensare di aver SCELTO tanto e subíto poco nella mia vita, ed è una consapevolezza niente male.

domenica, aprile 24, 2016

Sadako, le sue mille gru e l'utopia della pace

Ieri, al Japan Fest, ho assistito alla proiezione di un particolare lungometraggio di animazione degli anni novanta: "Sulle ali di una gru".

Il film, distributo e doppiato in Italia grazie ad un'operazione di crowdfunding, racconta la storia vera di Sadako Sasaki, bimba che nell'agosto del '45, quando fu sganciata su Hiroshima la bomba atomica, aveva pochi mesi e riuscì a scampare al pericolo imminente.
Questo non fu però sufficiente a salvarla, infatti nel 1954 morì stroncata dalla leucemia causata dalle radiazioni assorbite. Durante il suo lungo ricovero in ospedale, la bambina, credendo nella leggenda che le era stata raccontata, costruì incessantemente origami a forma di gru, sperando che avendone create 1000, esse avrebbero potuto realizzarne un desiderio.

Nel parco del Museo della Pace di Hiroshina, che spero un giorno di poter visitare, si trova la statua di Sadako, con le braccia rivolte al cielo e una gru che si innalza su di lei, e siccome i cartoni possono compiere delle grandi magie, ecco che la bambina viene giù dal piedistallo per fare amicizia con una coetanea dei giorni nostri in visita al museo, alla quale racconta la sua triste storia ma con cui passa anche una giornata spensierata.

Le piccole gru di Sadako, insieme a quelle costruite dai suoi amici, sono state effettuvamente sepolte insieme a lei, e questo pensiero, insieme alla raccolta firme che proprio i suoi compagni avviarono dopo la sua morte per far costruire la statua, sono le cose che più mi hanno colpito.

In un luogo in cui per tanto tempo ha regnato solo morte e distruzione, dove le vittime (solo nell'immediatezza) sono state più di 350.000, dove sarebbe stato certamente più facile DIMENTICARE, si fa di tutto per ricordare, sempre.
La visita al Museo della Pace è un obbligo e forse anche una necessità per ogni scolaresca del Giappone, sicuramente legato anche al rifiuto della guerra dichiarato nella stessa Costituzione; il Giappone infatti non ha un "esercito", non fa missioni militari, ma è  dotato di "forze di autodifesa" perchè le parole ed il modo con cui chiamiamo le cose, hanno un peso.

La maggior parte delle popolazioni occidentali avrebbe qualcosa da imparare da questo modo di vedere la vita...

martedì, aprile 19, 2016

Piccoli (ma non troppo) bulli crescono

Quando si parla dei numerosi, più o meno gravi, gesti di prepotenza compiuti da bambini, mi manda in bestia sentire da genitori o insegnanti: "e va bene, ma sono bambini!", come se fosse un alibi, come se fosse accettabile, come se la maggior parte di questi comportamenti non dipendessero da noi adulti.

Un bambino che costringe un altro a fare i compiti al posto suo, è un bullo.
Un bambino che chiede ad un altro di pagarlo in cambio del silenzio con la maestra per una marachella, è un bullo.
Un bambino che coinvolge la classe mettendo al centro chi si trova alla prima, piccola, delusione d'amore, è un bullo.
Un bambino che, di fronte ad un altro che piange, lo addita, lo deride e lo porta al centro dell'attenzione, è un bullo.

La sola reale differenza tra un bullo molto giovane ed uno è meno, è che è più facile raddrizzare l'alberello durante la sua crescita...tutto qua. Ogni atteggiamento di questo tipo va stroncato subito e senza giustificazioni.

lunedì, aprile 11, 2016

La musica che gira intorno (a me)

Ho letto da qualche parte che la musica che ascoltiamo durante l'adolescenza, poiché è il periodo nel quale si cerca la propria identità, ha una grande influenza nella formazione del carattere.
Ripensandoci, all'epoca ascoltavo le cose più disparate, ma alcuni dischi finivano per avere i solchi, li ascoltavo a ripetizione, li conservavo con cura (li ho con me anche adesso dopo tanti anni), ed imparavo rigorosamente a memoria il contenuto del libretto :)
I miei album-fissazione erano:
  • Jagged Little Pill di A. Morisette
  • The bends dei Radiohead
  • Unplugged in New York dei Nirvana
  • Left of the middle di N.Imbruglia
  • Spice delle Spice Girls (lo so, lo so, non c'è da vantarsene, ma ero gggiovane e fanciulla, ci sta!)
  • Nine lives degli Aerosmith

E poi sono arrivati Samuele Bersani e Daniele Silvestri e mi ci sono praticamente tuffata dentro, senza allontanarmene mai più.

Mi piacevano cose tanto diverse tra loro che mi chiedo spesso se e COME mi abbiano effettivamente cambiata, durante la mia crescita. Anche oggi, quando voglio comunicare con facilità uno stato d'animo, mi affido spesso ad una canzone, e allo stesso tempo ammetto che sentirne una può modificare tutto l'andamento della mia giornata. Troppo volubile? Forse.
Io però mi lascio sempre cullare volentieri dalle note, volando in posti e tempi lontani da me.

sabato, aprile 09, 2016

Un'ottima annata & l'arte di rallentare

"Un'ottima annata" è uno di quei film che, pur non essendo degli oggettivi capolavori, ti restano nel cuore e si fanno ricordare per molto tempo.

Il regista è Ridley Scott, e questo potrebbe anche bastare.

E' facile trovare la trama su wikipedia, quindi qui dirò il minimo indispensabile: il protagonista Max/Russel Crow, broker freddo, arrivista e stacanovista, alla morte dello zio che non vede da quando era un ragazzino, ritorna in Provenza per occuparsi dell'eredità lasciatagli, ossia l'amato vigneto a cui aveva dedicato la vita.
Da qui inizia il viaggio di Max, che si rivela soprattutto psicologico, con il rientro nei luoghi della giovinezza, i ricordi di una vita più semplice ma più vera che riaffiorano, l'incontro con la passionale e del tutto irrazionale Fanny/Marion Cotillard e quello con la cugina di cui sconosceva l'esistenza... tutti questi avvenimenti iniziano a far cambiare il cinico Max, a farlo staccare lentamente dalla frenesia a cui è abituato e a fargli (ri)scoprire il gusto per le cose semplici e per l'amore.

Se la trama vi sembra banale non fatevi condizionare dal mio riassunto, davvero, guardate questo film, è delizioso, scalda il cuore ed è fin troppo facile immedesimarsi con il protagonista.
Il finale, poi, è veramente una poesia, si trova su youtube ma non vi consiglio di vederlo senza aver visto l'intero film. Buona visione dunque a chi accetterà il mio consiglio, e qui sotto un po' di materiale per incuriosire...

Max Skinner: Ogni mio ricordo è ambientato nel raggio di cento metri da questo preciso punto.
Christie Roberts: E sono bei ricordi?
Max Skinner: No. Sono fantastici.

venerdì, aprile 08, 2016

Nuove normalità

Sull’omosessualità, i diritti, i doveri, i limiti, l’etica, si dice tanto. Secondo me, si dice troppo e soprattutto da parte delle persone sbagliate.
A me che sono nerd, quando si parla dell’argomento, vengono subito in mente due serie tv: “The new normal” e “Modern Family”, che hanno il gran pregio di strapparmi sempre un sorriso :-)

The New Normal” è una deliziosa serie composta da un’unica stagione, con protagonista una coppia gay  stabile ed equilibrata che decide di avere un bambino tramite utero in affitto; durante la ricerca della madre surrogata la coppia conosce Goldie, una ragazza con un passato complicato ed un presente… ancora peggio! Goldie ha tutt’altro che una vita equilibrata, ha una figlia (geniale) di 9 anni avuta molto presto ed una madre ossessiva e bigotta a completare il quadretto. Quando accetta di fare da madre surrogata per i due papà, in realtà il rapporto diventa biunivoco, e sono loro due che finiscono per fare a loro volta da famiglia alla ragazza e alla bambina, creando tantissime situazioni comiche ma anche spunti di riflessione che ci fanno chiedere quale sia la vera “normalità” in tutta questa un po’ surreale nuova grande famiglia felice.


Modern family” è, credo, la sit-com più famosa e di successo degli ultimi anni. Racconta le avventure quotidiane di una famiglia allargata della California a partire dal nonno Jay, sposato in seconde nozze con la bellissima colombiana Gloria che ha già un figlio di 9 anni dal primo balordo e assente marito. E ci sono le famiglie dei 2 figli di Jay: il figlio Mitchell, gay, col suo istrionico compagno e la figlia adottiva vietnamita; infine abbiamo la figlia Clare che ha invece una famiglia più "tradizionale", completata da un marito e tre figli. 
La cosa veramente azzeccata della serie è il modo in cui chiunque la guardi può veramente identificarsi in almeno uno dei protagonisti, nonché la scelta del massimo realismo delle situazioni rappresentate.

Mi rendo conto che può sembrare semplicistico suggerire la visione di un programma televisivo a chi non riesce ad accettare nemmeno la realtà che si trova di fronte al proprio naso, però non si sa mai... io uno sguardo lo darei :-)

giovedì, aprile 07, 2016

Tutta colpa di Jane Austen

Noi donne abbiamo spesso un’idea distorta del romanticismo, e la colpa secondo me è tutta di Jane Austen (oppure abbiamo sbagliato in massa il secolo di nascita).

In pole position ovviamente metto “Orgoglio e Pregiudizio” dove troviamo miss Elizabeth Bennet, eroina a suo modo moderna, che non accetta il ruolo di donna tipico della sua epoca e non si accontenta praticamente mai. La storia è nota a tutti: c’è lei, bella ma poco appariscente, intelligente, indipendente per quanto le sia possibile nel contesto in cui vive, prigioniera del suo dovere di secondogenita di fare un buon matrimonio prima possibile. E poi c’è lui, l’Uomo con la U maiuscola, il Mr. Darcy che popola i sogni di milioni di fanciulle ancora oggi, bello, affascinante, algido, snob, pronto però a rivelare la sua natura più intima e dolce solo a colei che ha saputo conquistarlo dimostrandogli di non aver BISOGNO di lui.

Ecco, questo uomo qua non esiste.

A ruota troviamo “Emma”:  un must, un’amicizia uomo-donna che sfiora il livello di “Harry, ti presento Sally”:  qui la protagonista è una rompiscatole professionista, simpatica per carità, ma anche saputella e con la pretesa di essere in grado di formare coppie tra tutte le sue conoscenze, salvo il fatto che entrerà in crisi quando a trovare una compagna sarà Mr Knightley, suo fedele amico e confidente, da lei mai considerato come uomo fino a quel momento nonostante i tentativi di approccio di lui. A quel punto, manco a dirlo, la gelosia apre gli occhi ad Emma che si rende conto di essere innamorata dell’amico e, secondo me non meritandolo, riesce alla fine a ricevere la fatidica proposta dall’amato.

E niente, neanche questa cosa qua esiste.

Dulcis in fundo, piazzerei “Ragione e sentimento”, in cui il vero amore trionfa sul richiamo del portafogli, facendo convolare a nozze la squattrinata Miss Dashwood, caduta in disgrazia dopo la morte del padre, con il suo bell’Edward che rinuncia ad un fidanzamento segreto che dura da 5 anni con una signorina altolocata e che ha perdipiù l’approvazione dell’intera famiglia.

Che lo dico a fare, anche questa situazione è piuttosto improbabile.

Morale della favola: Jane Austen ci ha proprio rovinate.


P.S. Io ho visto il film “Orgoglio e Pregiudizio” del 2005 qualcosa come venticinquediciassettemillavolte. Tipo. Forse qualcosa di più.

Mr, Darcy (nel film del 2005)

L'uomo col megafono

1995: in quegli anni seguivo sempre il Festival di Sanremo, sera dopo sera, seguendo la competizione soprattutto se partecipava qualcuno dei miei beniamini adolescenziali, e buttando un occhio e un orecchio alle nuove proposte.
È stato un grande anno quello, perché tra gli sconosciuti, è apparso un certo Daniele Silvestri che, posizionandosi ultimo in classifica, è però entrato di diritto nel mio cuore.
Quella volta cantava "L'uomo col megafono", un pezzo che trovavo e trovo anche ora geniale, ispirato, originale.
L'aspetto che preferisco in lui è il suo stile senza stile, nel senso che in ogni album non esiste un unico genere, ma si può veramente trovare di tutto: dal blues alla ballad, dalla canzone politicamente impegnata all'umorismo più improbabile. Con queste caratteristiche sarebbe stato difficile stancare, e infatti così è stato.
Il nuovo disco, "Acrobati", si attiene a questo modo di fare musica, contiene qualche piccola chicca che mi ha veramente colpita (Pensieri, per esempio), e adesso aspetto solo di godermelo dal vivo in un tour teatrale che promette benissimo :)

mercoledì, aprile 06, 2016

La Musica, la malinconia e il LA minore, l'accordo perfetto!

Io non ho mai pensato alla malinconia nella sua accezione negativa. Trovo che una persona allegra, come lo sono io, possa serenamente crogiolarsi di tanto in tanto in una canzone triste, senza per questo ESSERE triste.
Da tipa lunatica e volubile quale sono, una delle passioni coltivate e mai portate a termine fu, a 16 anni, prendere lezioni di chitarra, e l'impegno riuscì a durare persino qualche mese (sempre meglio delle mie improbabili collezioni di oggetti e di fascicoli da edicola...).
Comunque.
In quella occasione, iniziando totalmente ignorante in tema di musica, mi è capitato di accorgermi ed innamorarmi di un preciso, singolo accordo: il LA minore!
Trovo che sia l'accordo perfetto, la via di mezzo tra l'allegria e la depressione, dà quel tocco di malessere accennato che rende affascinante il brano, e lo rende anche più piacevole da cantare.
Effettivamente tutto questo discorso può suonare parecchio strampalato ed è infatti la prima volta che lo esprimo "ad alta voce", ma mi ha ispirato un articolo molto carino letto oggi su Vanity Fair, che riguardava una classifica delle canzoni più tristi di sempre con cui, manco a dirlo, non concordavo. Su questa scia, butto giù anch'io una lista di canzoni tristERRIME e bellissime, ovviamente secondo il mio balordo e personale criterio e senza alcun nesso logico tra loro XD. Eccola:

- The one (Elton John)
- Creep (Radiohead)
- Trouble (Coldplay)
- Wish you were here (Pink Floyd)
- Someone like you (Adele)
- Time after time (Cindy Lauper)
- Ho messo via (Ligabue)
- Briciole (Noemi)
- Rimmel (F. De Gregori)

Buonanotte, e buoni Sogni.
~La Leopardessa~