lunedì, maggio 23, 2016

23 maggio 1992

Mi ricordo perfettamente quel giorno, avevo 12 anni e francamente ero parecchio ingenua e veramente poco informata sulla politica... e forse anche su come funzionava il mondo.
Del 23 maggio 1992, nel pomeriggio, ricordo soprattutto il silenzio.
Non capivo bene che cosa stesse succedendo, e in effetti non lo capisco bene nemmeno oggi, ma per motivi diversi.
Il silenzio era nel condominio, in strada, in casa; i miei stavano zitti zitti sul divano, e guardavano serissimi la tv, e nella mia testa di dodicenne priva di problemi,  all'improvviso apparve un nuovo, cattivissimo mondo.
Dei giorni successivi, l'altra cosa che ricordo con lucidità è il discorso della vedova Schifani, e il suo disperato "io vi perdono", che troppo presto, forse, è stato dimenticato.
Non bisognerebbe mai dimenticare le brave persone, bisognerebbe impegnarsi per esaltare gli eroi nelle fiction in tv, non i mandanti delle stragi.

domenica, maggio 22, 2016

Credo in..?

Di recente, le parole del sacerdote durante un funerale, le sue promesse di resurrezione, le rassicurazioni sull'incontro con i cari estinti in un indefinito futuro, il fantascientifico racconto di Lazzaro, mi sono suonate vuote come non mai.
Qualcuno mi ha chiesto: ma se non credi che ci sei venuta a fare? Ho risposto: non credo in dio, ma nelle persone si.
In realtà io credo in un sacco di cose, e mentre la gente, in chiesa, recitava meccanicamente il mantra cattolico, io pensavo alla mia personale professione di fede :)

Credo innanzitutto nell'amore! Tra fidanzati, sposati, genitori e figli, nonni e nipoti...
Credo che l'amore si trasformi nel tempo, e che, se vero, non finisca mai.
Credo negli occhi, dove sta tutta la verità che ci serve.
Credo nella gente, negli amici, in quelli che vedi ogni giorno ed in quelli che vedi ogni 10 anni.
Credo che, se non comporta un sacrificio insostenibile, bisogna perdonare e passare oltre, e credo che bisogna allontanare per sempre chi ci provoca più dolore che sorrisi.
Credo che se vuoi vivere in questo mondo lo devi rispettare e curare, senza aspettare che lo faccia qualcun'altro.
Credo che i confini siano solo nelle teste, e che facciamo tutti parte di un'unica razza: quella umana.
Credo che chi inizia una frase con "non sono razzista ma.." sia un razzista, e non lo voglio intorno.
Credo che bisogna nutrire il corpo ma anche l'anima, con la musica, la poesia, i dipinti, il cinema.
Credo che sia bello restare sempre un pò bambini leggendo un fumetto o guardando un cartone, facendolo possibilmente insieme a loro.
Credo che bisogna ridere ogni volta che ce n'è l'occasione...e se non c'è, possiamo sempre crearla noi.
Credo che bisogna lavorare per i soldi, ma soprattutto per rendersi utili.
Credo che quando si muore, si muore e basta, quindi tanto vale fare ora tutto quello che vogliamo fare, perché la vita è una, non ne conosciamo la durata, ma possiamo scegliere esattamente cosa farne.

Ecco, io credo in queste cose qui, tra le altre :)

~Rossella, La Leopardessa

domenica, maggio 15, 2016

Don Camillo

Confesso che, tutte le volte che facendo zapping inciampo in Don Camillo e Peppone, mi fermo e li (ri)guardo. Sarà che il "Mondo Piccolo" descritto da Guareschi è rassicurante, col parroco partigiano reazionario-ma-non-troppo, il sindaco comunista ma non così tanto da impedire alla vecchia maestra di avere la bandiera del Regno al proprio funerale... Brescello è uno spaccato dell'Italia appena uscita da un lungo periodo nero, in cui le rivalità non sono mai estreme, in cui i protagonisti aderiscono alle ideologie senza mai dimenticare che il primo movimento a cui appartengono è l'umanità, in cui magari ci si lamenta e si litiga ma mai si nega la mano al vicino di casa. L'Italia che vorrei, insomma.

martedì, maggio 10, 2016

"Il mondo sarebbe un posto di merda senza le donne. La donna è poesia. La donna è amore. La donna è vita. Ringraziala, coglione!" (Bukowski)

Questa cosa della donna forte c'ha scassato i cabasisi, direbbe il mio amato commissario Montalbano. Cosa vuol dire poi essere una donna forte? Che risolve problemi tipo Mr. Wolf? Che è in grado di gestire contemporaneamente l'attività di madre, moglie e lavoro fuori casa? Che non piange mai? Che non si ammala? Che guarda sempre avanti e corre come un treno?
Questo non vuol dire essere forti, vuol dire solo essere pratici.
O magari dipende dagli occhi con cui la guarda l'uomo che ha accanto?
La forza di una donna è un'altra cosa, e non sarà mai necessario spiegarla ad un uomo... forte. 
Le consapevolezze, le insicurezze, le ferme certezze di una cosiddetta donna forte, sono l'essenza stessa della sua energia, della sua robustezza.
E cose tipo le quote rosa, signori, quelle sono un'offesa alla nostra intelligenza, o almeno lo sono alla mia. Che non è niente male! 

giovedì, maggio 05, 2016

Fortuna

Povera Fortuna, con un nome che ora sembra una battuta di pessimo gusto. 
Delle tue orribili sofferenze, delle violenze subite alla tua piccola età, del silenzio che ha accompagnato le tue torture, siamo complici tutti, non solo i tuoi vicini di casa che hanno taciuto per due anni. 
Siamo tutti complici ogni volta che guardiamo un delitto, un sopruso, una cattiveria gratuita e ci voltiamo dall'altra parte. 
Insieme al mostro che ti ha ha spinta giù dall'ottavo piano perché rifiutavi l'ennesima violenza, ti hanno uccisa il silenzio e l'indifferenza...


lunedì, maggio 02, 2016

La magia delle parole

Sono molto affascinata da chi sa giocare con le parole saltellando da un genere all'altro, da chi sa utilizzarle per volare e ritornare giù con grande disinvoltura.
Tra gli autori contemporanei, due di quelli che lo sanno fare superbamente sono Daniel Pennac e Stefano Benni.
Tutti e due sanno farmi accendere il cervello, mi fanno pensare, mi invitano a cercare i significati doppi e tripli di ciò che scrivono, ed entrambi, con la loro sfrenata fantasia, usano geniali neologismi e riescono a trasformare termini di uso in comune in parole apparentemente nuove.
Oggi sono in sindrome da copia/incolla, e quindi ecco qualche piccola perla:


  • E ci sono periodi molto maperò nella vita. Il fiume degli eventi ristagna e non si sa quale direzione prenderà, e andiamo alla deriva in acque torbide. Poi l'acqua diventa limpida, il torrente scorre, e tutto torna trasparente. Così fu la mia vita, da quel mattino. (S. Benni, "Margherita dolcevita")
  •  Era l'inferno: file di auto sotto la pioggia, strade chiuse, ingorghi da cui saliva una canea di clacson. Mostri con macrocrani rotondi e istoriati procedevano su motosauri a due ruote, zigzagando per sensi unici e marciapiedi. Alla fermata del dragobruco in ritardo c'erano già almeno 50 persone fradicie e inviperite... (S. Benni, "Achille Piè Veloce)
  • Bisogna assomigliare alle parole che si dicono. Forse non parola per parola, ma insomma ci siamo capiti. (S.Benni, "Saltatempo")
  • Torna naturalmente al trucido feuilleton del Grande Magazzino dove finzione e realtà copulano allegramente (D.Pennac, Il paradiso degli orchi)
  • Non ti lascerò sola in questo bianco e nero. (D.Pennac, Il paradiso degli orchi)
  • È strano, l'uomo. In quel momento facevo ancora in tempo a defilarmi ringraziando il buon dio Caso. Ma una delle innumerevoli caratteristiche che distinguono l'uomo dalla bestiola è di volerne di più. E anche quando la quantità è sufficiente, reclama la qualità. I fatti brutti non gli bastano più, vuole anche i "perché", i "come" e i "fino a che punto". (D.Pennac, La fata carabina)
  • Un errore giudiziario è sempre un capolavoro di coerenza. (D.Pennac, Signor Malaussene)

Etc, etc, etc...