lunedì, maggio 02, 2016

La magia delle parole

Sono molto affascinata da chi sa giocare con le parole saltellando da un genere all'altro, da chi sa utilizzarle per volare e ritornare giù con grande disinvoltura.
Tra gli autori contemporanei, due di quelli che lo sanno fare superbamente sono Daniel Pennac e Stefano Benni.
Tutti e due sanno farmi accendere il cervello, mi fanno pensare, mi invitano a cercare i significati doppi e tripli di ciò che scrivono, ed entrambi, con la loro sfrenata fantasia, usano geniali neologismi e riescono a trasformare termini di uso in comune in parole apparentemente nuove.
Oggi sono in sindrome da copia/incolla, e quindi ecco qualche piccola perla:


  • E ci sono periodi molto maperò nella vita. Il fiume degli eventi ristagna e non si sa quale direzione prenderà, e andiamo alla deriva in acque torbide. Poi l'acqua diventa limpida, il torrente scorre, e tutto torna trasparente. Così fu la mia vita, da quel mattino. (S. Benni, "Margherita dolcevita")
  •  Era l'inferno: file di auto sotto la pioggia, strade chiuse, ingorghi da cui saliva una canea di clacson. Mostri con macrocrani rotondi e istoriati procedevano su motosauri a due ruote, zigzagando per sensi unici e marciapiedi. Alla fermata del dragobruco in ritardo c'erano già almeno 50 persone fradicie e inviperite... (S. Benni, "Achille Piè Veloce)
  • Bisogna assomigliare alle parole che si dicono. Forse non parola per parola, ma insomma ci siamo capiti. (S.Benni, "Saltatempo")
  • Torna naturalmente al trucido feuilleton del Grande Magazzino dove finzione e realtà copulano allegramente (D.Pennac, Il paradiso degli orchi)
  • Non ti lascerò sola in questo bianco e nero. (D.Pennac, Il paradiso degli orchi)
  • È strano, l'uomo. In quel momento facevo ancora in tempo a defilarmi ringraziando il buon dio Caso. Ma una delle innumerevoli caratteristiche che distinguono l'uomo dalla bestiola è di volerne di più. E anche quando la quantità è sufficiente, reclama la qualità. I fatti brutti non gli bastano più, vuole anche i "perché", i "come" e i "fino a che punto". (D.Pennac, La fata carabina)
  • Un errore giudiziario è sempre un capolavoro di coerenza. (D.Pennac, Signor Malaussene)

Etc, etc, etc...

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