Ho letto da qualche parte che la musica che ascoltiamo durante l'adolescenza, poiché è il periodo nel quale si cerca la propria identità, ha una grande influenza nella formazione del carattere.
Ripensandoci, all'epoca ascoltavo le cose più disparate, ma alcuni dischi finivano per avere i solchi, li ascoltavo a ripetizione, li conservavo con cura (li ho con me anche adesso dopo tanti anni), ed imparavo rigorosamente a memoria il contenuto del libretto :)
I miei album-fissazione erano:
Ripensandoci, all'epoca ascoltavo le cose più disparate, ma alcuni dischi finivano per avere i solchi, li ascoltavo a ripetizione, li conservavo con cura (li ho con me anche adesso dopo tanti anni), ed imparavo rigorosamente a memoria il contenuto del libretto :)
I miei album-fissazione erano:
- Jagged Little Pill di A. Morisette
- The bends dei Radiohead
- Unplugged in New York dei Nirvana
- Left of the middle di N.Imbruglia
- Spice delle Spice Girls (lo so, lo so, non c'è da vantarsene, ma ero gggiovane e fanciulla, ci sta!)
- Nine lives degli Aerosmith
E poi sono arrivati Samuele Bersani e Daniele Silvestri e mi ci sono praticamente tuffata dentro, senza allontanarmene mai più.
Mi piacevano cose tanto diverse tra loro che mi chiedo spesso se e COME mi abbiano effettivamente cambiata, durante la mia crescita. Anche oggi, quando voglio comunicare con facilità uno stato d'animo, mi affido spesso ad una canzone, e allo stesso tempo ammetto che sentirne una può modificare tutto l'andamento della mia giornata. Troppo volubile? Forse.
Io però mi lascio sempre cullare volentieri dalle note, volando in posti e tempi lontani da me.
Io però mi lascio sempre cullare volentieri dalle note, volando in posti e tempi lontani da me.
Nessun commento:
Posta un commento