giovedì, aprile 07, 2016

L'uomo col megafono

1995: in quegli anni seguivo sempre il Festival di Sanremo, sera dopo sera, seguendo la competizione soprattutto se partecipava qualcuno dei miei beniamini adolescenziali, e buttando un occhio e un orecchio alle nuove proposte.
È stato un grande anno quello, perché tra gli sconosciuti, è apparso un certo Daniele Silvestri che, posizionandosi ultimo in classifica, è però entrato di diritto nel mio cuore.
Quella volta cantava "L'uomo col megafono", un pezzo che trovavo e trovo anche ora geniale, ispirato, originale.
L'aspetto che preferisco in lui è il suo stile senza stile, nel senso che in ogni album non esiste un unico genere, ma si può veramente trovare di tutto: dal blues alla ballad, dalla canzone politicamente impegnata all'umorismo più improbabile. Con queste caratteristiche sarebbe stato difficile stancare, e infatti così è stato.
Il nuovo disco, "Acrobati", si attiene a questo modo di fare musica, contiene qualche piccola chicca che mi ha veramente colpita (Pensieri, per esempio), e adesso aspetto solo di godermelo dal vivo in un tour teatrale che promette benissimo :)

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