venerdì, giugno 23, 2006

Libri & Teatro

Signori, ho fatto una cosa che detesto fare: abbandonare un libro dopo aver iniziato a leggerlo.
Il libro incriminato è “Con le peggiori intenzioni”, di Alessandro Piperno; ho iniziato a leggerlo stuzzicata dalla vincita del premio Viareggio e dalla recensione positiva sentita a “Dispenser” (trasmissione geniale su Radio2 che in genere ci azzecca sempre…). Ho rinunciato, probabilmente complici anche i 40 gradi di questi giorni, perché troppo, troppo descrittivo, privo di dialoghi, ricchissimo di paroloni (e detto da me che in questo senso mi ritengo molto snob e amo moltissimo i termini ricercati…), insomma eccessivo in ogni suo aspetto.
Anche il contesto non è riuscito a coinvolgermi, in quanto ambientato nella Roma anni ’60, nella vita di una famiglia ebrea con i suoi infiniti “intrallazzi”. Vi copio l’incipit:
“Bepy sentì di non avere scampo diverse ore dopo aver incassato la diagnosi di
tumore alla vescica, quando tra il novero sterminato d’interrogativi
agghiaccianti scelse: Potrò ancora scopare una donna o tutto finisce qui?
Sebbene tale dilemma possa apparire una patologica inversione delle priorità,
per lui, nell’estremo frangente, risultò più spaventoso lo spettro della
compromessa mascolinità che l’orrore del nulla…”

E così mi sono buttata sul sicuro, e quindi ho iniziato, godendo fin dall’inizio, “Margherita Dolcevita” di Stefano Benni. Incipit:

“Sono andata a letto e le stelle non c’erano più. Ho pulito per bene il vetro
della finestra, ma niente da fare. Erano sparite. Era sparita Sirio e Venere e
Carmilla e Altazor. E anche Mab e Zelda e Bacbuc e Dandelion e la costellazione
del Tacchino e la Croce di Lennon.
Non ditemi che alcune di queste stelle non
esistono. Sono i nomi che gli ho dato io. Infatti rivendico il diritto di
ognuno, specialmente delle fanciulle fantasiose come me, a chiamare le cose non
soltanto con il nome del vocabolario, ma anche quello del vocabolaltro, cioè un
nome inventato e scelto.”

Ieri sera c’è stato l’ultimo spettacolo del cartellone del Teatro Stabile di Catania, e visto il caldo che ormai è arrivato, devo ammettere che non mi dispiace.
La cosa bella è che è già uscito il cartellone del prossimo anno, pesantoccio ma molto molto interessante, con 2 opere di Pirandello e ben 3 di Shakespeare, più “Morte di un commesso viaggiatore”, che sicuramente merita. J Se interessa a qualcuno potete andare nel sito del Teatro!
Lo spettacolo di ieri sera era “A notti non fa friddu”, commedia dialettale scritta da Romano Bernardi ma tratta in larghissima parte da opere minori di Nino Martoglio: è nata così una piacevole commedia, in parte addirittura musical (le musiche erano del “nostro” Pippo Caruso), sapiente collage di sonetti,articoli,battute di Martoglio ri-utilizzate per costruire una vera e propria trama.
Tra tutti gli attori, com’è facile immaginare, spiccava il grande Tuccio Musumeci, sempre in gamba, sempre credibile, sempre esilarante e commovente: da rivedere sempre volentieri.
Vi riporto il testo del sonetto (trasformato in canzone sul palcoscenico) di Martoglio che dà titolo alla commedia, e che cantato rende veramente moltissimo:

‘A notti non fa friddu
Aspettu cca, ca tu t’affacci
Cca sutta lu to
balcuneddu.
PPi mia ca t’amu e t’amu ancora
‘a notti non fa friddu,
no!

Ittatu cca, nmiezzu na strada
Sugnu ppi tia sconcia e
sbaddu,
ma t’arrispunnu ancora e sempri
‘a notti non fa friddu
no!

Puru li Turchi e li Normanni
Comu patroni appimu
ncoddu.
Forsi mi piegu, ma non mi rumpu,
‘a notti non fa friddu,
no!

Purtaru ‘i cordi e li catini
Ppi mia ca volu com’un
aceddu,
ma si nni eru vastuniati,
‘a notti non fa friddu,
no!

E quannu nasci un picciriddu,
e si t’arridi un
vicchiareddu,
ppi tua ca ridi e speri ancora,
‘a notti non fa friddu,
no!



Comunque, per far capire il livello di follia di me&consorte all’uscita da teatro, riferendoci ad una Smart che sfrecciava per strada rischiando di mettere sotto i passanti, abbiamo detto all’unisono: “SMARTINA FURIOSA!” parafrasando l’idiota spot delle caramelle… Sempre della serie, Dio li fa e poi li accoppia ;-)

3 commenti:

  1. Il libro di Benni, faccio presente, me l'ha regalato la moglie per lo scorso compleanno e da allora ha raccolto polvere sul mio comodino.
    E volevo leggerlo, ma non ho mai trovato l'occasione di cominciare.
    Faccio ammenda e prometto che sarà il prossimo libro in scaletta.
    A notti non fa friddu (anzi, si squaglia dal caldo) è stato un piacevolissimo finale di una bella stagione teatrale.
    La commedia cita bene Martoglio, materializzandolo in Don Nino, poeta che di notte raccoglie le cronache della sua città e di giorno le riporta in versi nei giornali. La storia è dolceamara, con intrecci drammatici e comici. Nei primi c'è sempre una vena d'ironia, negli altri una sottile amarezza. Anche se a volte il linguaggio dialettale diventava quasi ermetico (devo andare a cercare il significato di "lena") di risate ne abbiamo fatte tante.
    Una bella serata, con l'aria condizionata e la vicina di poltrona abbronzatissima in minivestitino non mi ha distratto per niente (giuro!).
    La prossima stagione teatrale si fa promettente!

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  2. Bellissima la canzone....
    Per SMARTINA FURIOSA non ho parole.... T_T ;P

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  3. Mini vestitito che?!?
    'Mpare non dimenticare che fimmina sicula sono...

    Ma talìa comu mi finiu và... :p

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