sabato, febbraio 03, 2007

VERGOGNA.

Oggi mi vergogno sinceramente di essere catanese.

Mi vergogno infinitamente rivedendo per l'ennesima volta le immagini che si vedono in tv, la ferocia dei miei concittadini, l'esaltazione della stupidità e dell'ignoranza di ragazzi, di uomini che non meritano nulla.

Oggi l'unico pensiero positivo è la solidarietà nei confronti della famiglia di Filippo Raciti, ma non c'è nient'altro per cui io nutra un solo pensiero di compassione, o di pena. Niente pietà per i trascinatori, niente pietà per i trascinati, niente sconti, niente buonuscite, FINITELA!

Possibile che sia tanto complicato chiudere gli stadi una volta per tutte? E guai a chi risponde che non è giusto perchè così ci vanno di mezzo anche gli altri e bla bla bla..
STRONZATE! La colpa è di tutti, è di chi ha cominciato ad aizzare ieri, è dei conoscenti di queste persone che pur conoscendoli non fanno nulla per evitare questo schifo, è di tutti noi che sentiamo amici/colleghi/parenti parlare delle zuffe negli stadi e ce ne stiamo zitti, anzi magari ci facciamo pure una risata.
Non chiamateli tifosi, vi prego, sono delinquenti, e come tali vanno trattati, ed è ora che qualcuno dia l'esempio e che qualche testa cada.
Altro che festeggiamenti di S.Agata (festa della quale mi disinteresso del tutto già in condizioni normali), mi chiedo cosa ci sia a Catania da festeggiare. I devoti, quelli veri, capiranno benissimo la necessità di un lungo lutto nella nostra città; gli altri, nella loro immensa stupidità, non capiranno, ma chi se ne frega? Spero che ricevano indietro quanto e più di quello che hanno dato. Tutto gira, in fondo.

Qui c'è il "Fotoracconto" pubblicato su La Repubblica di oggi, vale la pena guardarlo...

4 commenti:

  1. Ciao Ro,
    mi spiace che tu scriva queste cose. Io non difendo nessuno e condanno tutto quello che è successo ieri. Ma tu dici che ti vergogni di essere catanese, ebbene, io no. Perchè il catanese non è quello che ieri è andato allo stadio (anzi non è andato allo stadio perchè non è neanche entrato x seguire la partita) con l'intenzione di fare guerriglia, di colpire con violenza le forze dell'ordine e di far passare tutti i catanesi per delinquenti. E non li chiamo tifosi, perchè quelli non sono tifosi. Io mi ritengo un tifoso, a me piace il calcio, adoro la mia città che è bellissima ed amo la squadra di calcio che la rappresenta. Ma io non vado allo stadio per lanciare pietre o incendiare cassonetti! Penso che tu mi conosca fin troppo bene, ed io mi definisco Catanese e tifoso, ma non credo di avvicinarmi minimamente a quelli che ieri hanno fatto quello che si è visto. Per una cosa hai ragione, non sono tifosi, e non vanno trattati come tali, sono delinquenti e basta.
    Per quanto riguarda la festa di S.Agata, tu te ne disinteressi, io ci credo, non alla festa che è tutto folklore e commercio, ma nel sentimento di fede verso la nostra patrona (della quale tu sai io sono devoto), la sento veramente e mi commuovo ogni anno. E' giusto non festeggiare come sempre, non si spareranno fuochi, non ci saranno le candelore, ma la festa religiosa non è quello.
    Adesso potrai anche vedermi con occhi diversi (forse) ma ti ho scritto il mio punto di vista, ripeto di un tifoso, di un Catanese, di un devoto.
    Ciao.

    RispondiElimina
  2. Ciao Ro, tutto sommato la pensiamo nello stesso modo no? Come ho già scritto, i veri devoti (come te, lo so che lo sei) capiranno l'assenza della parte "allegra" della propria festa proprio perchè consci del terribile momento che sta vivendo la città.
    Per il resto.. purtroppo io mi vergogno davvero dei miei concittadini, perchè qualunque fosse il motivo per cui ieri erano in piazza Spedini, resta il fatto che apparteniamo alla stessa città, e il mondo in questo momento sta vedendo queste immagini di noi, e cosa credi stiano pensando? A me interessa molto il modo in cui il mondo ci guarda e sapere quali sono le notizie che fanno parlare di NOI, tutto qua.
    E certamente non ti guardo con occhi diversi, so come sei ma il mio discorso è molto più ampio (purtroppo).
    Bacio

    RispondiElimina
  3. Qualcuno forse dovrà pagare... ma ho la brutta sensazione che, passata la tempesta, tutto verrà insabbiato.
    La gente dimentica in fretta... e dimentica in fretta perché la società fa tornare ha interesse che tutto torni alla normalità.
    Le partite si fermano per una settimana? Bene... dopo la macchina riprenderà a funzionare.

    Molti puntano il dito sulle strutture "inadeguate" (quindi prendono di mira le misure di sicurezza che non sono buone)... altri puntano il dito sul calcio in sé (dicendo che è uno sport dagli interessi troppo elevati)... beh, personalmente credo che entrambe le cose sono importanti ma, nel caso specifico, il problema è un altro... e cioè che manca una coscienza socio-culturale.

    Può sembrare stupido il concetto legato a ciò che è successo... ma credo fortemente nell'azione educatrice della cultura.
    La coscienza di un essere umano (dotato di conoscenza, che sia o meno a largo spettro) è tendenzialmente più riflessiva (ovviamente non faccio di tutta l'erba un fascio) e quindi più propensa ad azioni "costruttive" e non "distruttive".
    L'ignoranza genera mostri!

    La questione è proprio questa quindi: in una società (o in un mondo per dirla in senso più ampio) dove l'unica cultura si chiama "Grande Fratello" o Playstation o il cellulare con fotocamera o la macchina ultimo tipo etc... come si può pretendere che la gente sappia "pensare"????

    Cogito, ergo sum... si diceva!

    RispondiElimina
  4. Condivido tutto quello che leggo. La rabbia per quello che è successo, la frustrazione di un'onta fatta da altri su qualcosa che è loro quanto mio cioè Catania, lo scetticismo sull'etica di chi può fare qualcosa e che difficilmente lo farà perchè gli interessi economici sono enormi, il dubbio se qualcuno pagherà e se qualcosa mai cambierà.
    Non è il calcio, non è catania. E' tutta la società che ha qualcosa che non va.

    E morire fuori da uno stadio non è meno insensato di morire davanti ad una moschea.

    RispondiElimina